mercoledì 13 aprile 2016

La morte di Wolverine. L'evoluzione del personaggio Marvel che ha cambiato il mondo dei supereroi (3)

La seconda parte è qui.


Buon Natale X-Men! Un momento di relax prima della tempesta. Per la prima volta i nuovi X-Men in borghese (da X-Men n°98, aprile 1976)
Che capelli!
Nel numero 98 della collana X-Men inizia una lunga e intensa storia che culminerà nel celebrativo numero 100, ma che raggiungerà il suo apice nelle prime pagine del successivo con la nascita di uno dei personaggi più importanti di tutta l'epopea mutante, la straordinaria Fenice.[1]

Il vero volto di Wolverine. Burbero come sempre (da Capitan America n°120, Editoriale Corno)
La prima grande novità è già nella splash page del numero 98, una simpatica scena natalizia nella quale si vedono per la prima volta i nuovi X-Men in borghese. Kurt Wagner, grazie al marchingegno noto come "induttore di immagini", nasconde le sue fattezze da elfo blu e appare come un sosia di Errol Flynn, Sean e Moira iniziano a fare coppia fissa, Jean Grey e Scott si comportano come una coppia di fidanzati e Colosso e Kurt dimostrano un certo interesse per le belle ragazze (una di queste è Amanda Sefton, personaggio di cui si sentirà parlare molto in seguito).

Parlando di Wolverine non si può non notare che la sua prima versione senza maschera è quella che in sostanza rimarrà invariata per decenni. In particolare i capelli con i due lunghi ciuffi all'indietro, vagamente "aerodinamici", che ricalcano le appendici del suo copricapo da battaglia (che in realtà dovrebbero simulare le orecchie del ghiottone, o comunque di una belva feroce). Poi i lunghi basettoni e la sigaretta alla Clint Eastwood versione "Biondo" (Il buono, il brutto e il cattivo) e la truce faccia da bullo. Decisamente fuori posto è l'attaccatura dei capelli sulla fronte, che ricorda vagamente certi personaggi dei manga: una via di mezzo tra Astro Boy e Sonic in una non voluta anticipazione del Wolverine "giapponese" che impareremo a conoscere. In realtà dovrebbe simulare un minimo di stempiatura o dare al volto un aspetto più deciso, ma il risultato non è ancora soddisfacente. Nella nuova caratterizzazione grafica di Cockrum, Wolverine appare decisamente adulto, si capisce che ha già i suoi anni alle spalle, non è un giovincello di primo pelo.
Chris Claremont, in mezzo a storie già drammatiche e coinvolgenti, inizia a utilizzare gli elementi in stile soap opera che caratterizzeranno la sua lunga gestione dei mutanti X e che in parte ne faranno la fortuna. Cockrum si diverte con le citazioni facendo apparire, in mezzo alla folla che passeggia sotto la neve al Rockefeller Center, personaggi Marvel come Nick Fury e la sua compagna, la contessa Valentina Allegra de la Fontaine, ma anche persone vere come i creatori degli X-Men e di gran parte dell'Universo Marvel, Stan Lee e Jack Kirby. Scene di allegra spensieratezza che sono solo il prologo a una delle storie più drammatiche mai lette.

La bella e la bestia (la rossa e il ghiottone)
Gli X-Men vengono attaccati dalle Sentinelle di Stephen Lang. Un gruppo viene catturato e trasportato sulla vecchia stazione spaziale dello S.H.I.E.L.D. riconvertita in base per la nuova generazione di Sentinelle. Un altro gruppo si imbarca sullo Starcore, uno Space Shuttle sperimentale, per una disperata missione di soccorso grazie all'aiuto del dott. Peter Corbeau, un vecchio amico di Xavier. E' interessante notare che Cockrum utilizzò lo Space Shuttle nel 1976 quando nella realtà il volo inaugurale della celebre navetta spaziale nella NASA avvenne solo nel 1981. Peraltro Claremont aveva già usato Corbeau e la sua navetta nel 1972 in una storia di Hulk.

Stephen Lang colpisce Jean Grey e Wolverine si infuria. Per la prima volta si vedono gli artigli dell' X-Man uscire dal dorso delle mani. Ancora non sanguina come succederà in futuro. (da X-Men n°98, aprile 1976)

Per quanto riguarda Wolverine, la parte più interessante della storia si svolge a bordo della stazione spaziale dove Jean, Wolverine, Banshee e il prof. X sono prigionieri. In un dialogo tra Stephen Lang e uno dei suoi uomini si scopre che le Sentinelle hanno individuato la natura mutante del canadese, ma le analisi su di lui danno risultati contrastanti. Il mistero si infittisce. E' o non è un mutante? La seconda cosa che si scopre è che gli artigli gli escono dal dorso delle mani e non sono integrate nei guanti o nel costume giallo-blu come fino a quel momento si poteva immaginare. Nemmeno i suoi compagni lo sapevano. Peraltro è evidente che nessuno si sarebbe sognato di chiedergli qualcosa... Il tutto è condito da una gustosa scena tra Wolverine e la rossa Jean che è l'inizio di uno dei grandi tormentoni della serie, l'amore del canadese per la potente telecineta, il loro tormentato rapporto, che però non si realizzerà mai compiutamente, e il triangolo con Scott, fidanzato di Jean. Pennellate rosa in una mondo tutto nero e fosco. La terza grande novità sul ghiottone è che per la prima volta lo si vede sorridere.

Gli X-Men, e i lettori, apprendono che gli artigli di Wolverine non sono appendici esterne, ma sono "dentro" di lui. Il ghiottone aiuta la bella Jane a stare più comoda. Wolverine sorride, mai visto prima (da X-Men n°98, aprile 1976)

Nel numero 99 la storia continua piena di azione e scontri ma è solo l'antipasto per il 100° numero della collana mutante che presenterà ovviamente una sorpresa. Dalla terra arriva la cavalleria sullo Shuttle di Corbeau e così Lang sembra sconfitto. Ma ha un asso nella manica, gli X-Man originali! La vecchia, esperta e collaudata squadra di Xavier contro le nuove, inesperte e disarticolate reclute. I nuovi sono perplessi e si trattengono. Tempesta non capisce perché Jean ce l'abbia con lei, in quei primi mesi erano diventate amiche. La storia è una delle più belle tra quelle disegnate da Dave Cockrum.

X-Men contro X-Men. La spalsh page di X-Men 100

Se le danno di santa ragione per un bel pezzo, ma è proprio Wolverine che risolve la battaglia. Attacca Marvel Girl e la squarta con le sue lame sotto lo sguardo attonito dei suoi compagni. «Pazzo maniaco omicida!» gli dicono. Ma ha ragione lui: non si tratta di Jean Grey, ma di un robot, una versione avanzata delle Sentinelle realizzata sulle fattezze degli X-Men originali dei quali sono replicati i poteri. Della Marvel Girl fasulla rimane infatti solo un grumo di ferro e di circuiti elettrici. In breve le sorti dello scontro volgono a favore dei veri X-Men. La fine della storia è commovente e drammatica. Lo Shuttle è danneggiato e tornare sulla terra non sembra semplice, complice anche una tempesta solare che può portare solo problemi. Jean decide di sacrificarsi: solo lei può guidare la navicella a terra e salvare gli altri. La scena dell'addio a Scott e a Ororo è toccante. Anche Wolverine, con il suo consueto tatto, cerca di convincere la ragazza a desistere dal suo proposito, ma Jean non è in vena di discussioni. Il faccia a faccia tra i due è davvero epico.

Jean Grey si sacrifica per salvare gli X-Men, Wolverine cerca di dissuaderla, ma la rossa non è proprio dell'umore giusto  (da Capitan America n°122, Editoriale Corno, dicembre 1977)

L'ultima tavola, con l'apparente morte della coraggiosa X-Woman, è un piccolo capolavoro fumettistico. E' lei la vera protagonista di questa bellissima storia e si capisce perché Claremont avesse deciso di rimetterla in pista. Il cast di personaggi che gli era stato consegnato da Len Wein prevedeva una sola figura femminile nella squadra, quella Tempesta che era tutta da esplorare e in realtà da costruire. Jean Grey è già un personaggio tridimensionale, formato, di grande spessore e personalità. Sarà lei il fulcro di tutta la prima lunghissima fase che porterà la serie mutante in cima alla vetta del fumetto supereroistico americano.

La fine di Jean Grey sommersa dalla tempesta solare mentre cerca di portare in salvo i suoi amici. Il suo ultimo pensiero è per l'amato Sott (X-Men n°100)

La lunga storia consente a Claremont di approfondire tutti i personaggi. Con maestria, in poche e sintetiche vignette, riesce a mettere a fuoco la personalità di tutti i nuovi X-Men. Ma è soprattutto Wolverine che ne esce trasformato. Per la prima volta è protagonista e decide le sorti dello scontro. Attacca e "uccide" la Jean-Sentinella perché i suoi sensi lo avvisano che si tratta di un falso. Il suo cervello è bloccato dai poteri telepatici della X-Sentinella e allora si affida all'istinto animale. Lui conosce Jean (non ci è ancora stato rivelato che ne è innamorato, forse Claremont non l'aveva ancora deciso), l'ha toccata, l'ha ascoltata, ha sentito il suo odore pochi minuti prima e allora capisce: «Tu non sei Jean Grey!»

Wolverine manifesta i suoi istinti animali a attacca la X-Sentinella con le sembianze di Marvel Girl (da Capitan America n°122, Editoriale Corno, dicembre 1977)

C'è da dire che forse il sospetto poteva venire anche agli altri: Ciclope un minuto prima era lì e la sua versione robotica indossa il vecchio visore di quarzo-rubino e non quello nuovo e più elegante che Scott ha iniziato a usare in Seconda Genesi, Jean era lì anche lei con un vestito da sera stracciato, mentre la Jean robotica ha il vecchio e sexy costume e oltretutto ha i capelli lisci.
Comunque, l'autore lascia intendere che qualcosa dei misteriosi poteri mutanti di Wolverine sia legato a dei sensi iper-sviluppati. Sensi animaleschi, da predatore, come il ghiottone di cui porta il nome. Un cacciatore che non si fida solo dell'aspetto esteriore, ma riesce a percepire le sfumature. Questo è il nuovo Wolverine che X-Chris battezza in questa storia.

Continua nella quarta parte

Note
[1] I numeri 98, 99 e 100 della collana X-Men (data di copertina aprile, giugno e agosto 1976) furono pubblicati in Italia nei numeri 120, 121 e 122 del quattordicinale Capitan America dell'Editoriale Corno (novembre-dicembre 1977)

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