martedì 27 giugno 2017

La morte di Wolverine. L'evoluzione del personaggio Marvel che ha cambiato il mondo dei supereroi (10)

La nona parte è qui.

Kitty Pryde in un magnifico disegno del maestro Alan Davis.

Cordoglio
Jean Grey è morta. E con lei la minaccia di Fenice. Ma le cicatrici sono profonde. Chris Claremont e John Byrne utilizzano il nuovo numero della collana mutante, che nel frattempo è diventata il best seller della Marvel, per concedere a tutti, lettori e eroi, una piccola pausa di riflessione, un momento di passaggio e di intimità.
Ne nasce Elegia, una storia nella quale Scott Summers, l'intrepido capo degli X-Men, si concede un attimo di riflessione, una pausa per fare un bilancio della sua esperienza come super-eroe e come uomo. I tanti nuovi lettori della serie possono così godersi un riassunto delle puntate precedenti, tutta la storia degli X-Men dalle origini condensate in poche pagine. Scott poi lascia il gruppo, ha sofferto troppo e sta soffrendo per la perdita della sua amata; ha decisamente bisogno di un momento per sé.[1]
La storia è bellissima e Claremont la usa anche per rileggere il passato dei mutanti Marvel a suo modo, per mettere qualche punto fermo, per sciogliere qualche nodo, insomma, per ripartire dopo aver rassettato casa.

Tra le tante cose notevoli da menzionare, va ricordato l'accenno che Ciclope fa a riguardo dei nuovi X-Men, quando la nuova stramba squadra fu messa in piedi nell'ormai lontano 1975 nella Seconda genesi. Ripensando ai nuovi membri Claremont fa dire a Scott: «Wolverine... Con gli iper-sensi di un animale, più uno scheletro e artigli di adamantio.»

 Ciclope passa in rassegna mentalmente i nuovi membri della squadra (da X-Men n°138)

Sono passati più di cinque anni da quando Wolverine è entrato negli X-Men. Si è da poco scoperto che il canadese è dotato di uno scheletro metallico. Ma ancora non è del tutto chiara qual'è la sua natura mutante. Iper-sensi di un animale? E' solo questo il suo potere mutante? Che ne è stato dell'accenno di un paio di anni prima quando Wolverine nella Terra Selvaggia aveva rassicurato Tempesta sulle sue condizioni dopo essere stato ferito da un famelico dinosauro: «Guarisco in fretta!» E' evidente che Claremont non aveva ancora deciso. La cosa ha dei risvolti incredibili. Wolverine stava diventando il personaggio di punta del fumetto Marvel più venduto, un fumetto di mutanti, e ancora non era chiaro cosa lo rendeva un mutante! Il nostro magico Chris la stava prendendo decisamente larga... E aveva ragione. Troppi personaggi Marvel erano stati rovinati per scelte frettolose degli sceneggiatori e dei supervisori a caccia di sensazionalismi. Claremont invece voleva vederci chiaro, quasi che il personaggio di Wolverine stesse crescendo da solo, e servisse solo la pazienza di vedere cosa sarebbe diventato.

Un nuovo inizio
Il numero successivo della collana X-Men si rivelò pieno di novità.[2] Dopo il cordoglio per la perdita di Jean e l'uscita dal gruppo di Ciclope, in poche pagine, gli autori fecero ripartire la serie alla grande, con parecchie succose novità. Già nella bellissima ultima pagina di Elegia si era visto l'arrivo alla scuola per giovani mutanti della deliziosa Kitty Pryde, frizzante tredicenne capace di attraversare i muri rendendosi intangibile. Un personaggio che fornì nuova linfa alla serie e permise a Claremont di alternare alle sempre più frequenti tragedie momenti più spensierati e positivi. E Kitty era fatta apposta per donare alle storie la giusta dose di buonumore. Ma Kitty, lo si scoprirà in seguito, si rivelerà un personaggio tridimensionale, tra i migliori che Claremont abbia sviluppato. Un grande acquisto per gli X-Men.

 Kitty Pryde arriva alla Scuola per giovani dotati del professor Charles Xavier. Benvenuta! (da X-Men n°138)

Meno felice fu l'idea di rimpolpare il roster con il redivivo Angelo. Con l'uscita di scena di Ciclope e di Fenice, e prima ancora di Banshee, gli X-Men erano rimasti in pochi, serviva qualcuno per ritornare alla formazione tipo che era di norma composta da sei membri. Angelo evidentemente piaceva a Claremont. L'aveva già usato durante la saga di Fenice e lo utilizzò in seguito in diverse storie. Ma il personaggio aveva sempre avuto un problema legato ai suoi poteri, una coppia di ingombranti ali che non lo rendevano granché utile nelle scene di lotta e di battaglia. Un personaggio molto difficile da usare utilmente. Ok, volava, ma anche Tempesta era in grado di volare, pure Banshee lo faceva. E tutti e due erano anche in grado di offendere se necessario. Invece Angelo svolazzava di qua e di là, ma era davvero difficile renderlo decisivo in azione. Non è dato sapere se la scelta di includerlo nuovamente negli X-Men fosse stata di Claremont, di Byrne o dei supervisori. Di fatto, già nelle prime pagine della storia, durante una sessione di allenamento nella danger room, Angelo si rivela imbranato e poco allenato, tanto che lo stesso Wolverine è costretto a rassicurarlo, nelle vesti inedite di saggio ed esperto consigliere. Si capiva già che la sua permanenza nel gruppo non sarebbe stata lunga...

Wolverine è diventato saggio e benevolo e dispensa consigli al ritrovato Angelo (da X-Men n°139)

Altra grossa novità fu la promozione di Tempesta nel ruolo di leader del gruppo al posto di Ciclope. Il personaggio stava crescendo, come e forse più di Wolverine, e, senza l'ingombrante presenza di Jean e Scott, Claremont lo sviluppò ancora, in profondità, svelandone mille aspetti della sua personalità, donando ai lettori una delle figure più carismatiche di tutto l'Universo Marvel. Splendida Ororo!

Tempesta è il nuovo capo degli X-Men e suggerisce a Kitty il nome di battaglia. Frizzante, davvero... (da X-Men n°139)

Ma la novità più eclatante, ai nostri fini, oltre a quella che fu svelata qualche pagina dopo, fu l'introduzione del nuovo costume marrone di Wolverine! Perché?
«Perché no!» spiega il ghiottone. In realtà la necessità di dotare il personaggio di un costume più adatto alle sue qualità era evidente. Uno che gironzola silenzioso nel sottobosco, sottovento, furtivo e potenzialmente letale, cosa ci faceva con un'uniforme gialla e blu che si sarebbe notata a chilometri di distanza? No, il costume originale non era adatto alle caratteristiche di un guerriero dotato di iper-sensi da animale. Il marrone era decisamente più mimetico, più furtivo, meno appariscente. Se n'era accorto anche Dave Cockrum, anni prima, ma aveva sfornato un costume così brutto che era stato tolto di mezzo dopo poche vignette. L'intuizione però era tutto sommato giusta. E John Byrne completò così l'opera di restyling.

Nuovo abito per Wolverine. Non sarà elegante, ma è efficacie. (da X-Men n°139)

Welcome home!
La storia del numero 139 e di quello successivo non sono però solo dedicate alle novità e ai ritocchi stilistici.[2] Claremont e Byrne ne approfittarono per centrare il focus proprio su Wolverine che stava diventando numero dopo numero il personaggio più importante della serie. Non siamo ancora i livelli di mania degli anni '90, ma la popolarità del ghiottone iniziava crescere in misura importante. La figura dell'antieroe era stata sdoganata e Wolverine fu solo il primo di una lunga serie di personaggi border-line che spopoleranno poi nei comics e al cinema.

L'artigliato X-Man chiede il permesso (chiede il permesso? ma da quando?) al professore per potersi assentare. Vuol tornare in Canada per sistemare i sospesi con il suo governo dopo le scaramucce con gli Alpha Flight. Non ha intenti bellicosi, vuole solo fare pace. Incredibile! Wolverine che vuol far pace. E' davvero cambiato alla corte di Xavier.
Accompagnato da Nightcrawler, ormai suo fraterno amico come lasciano intendere le poche vignette di questa storia, Wolverine si reca a Ottawa a casa di James MacDonald Hudson, il suo vecchio amico e capo che aveva cercato di riportarlo nei ranghi nelle vesti del super-eroe canadese Arma Alpha. Qui incontra Heather, la moglie di "Mac" e Claremont ne approfitta per iniziare, finalmente, a svelare qualcosa del passato del ghiottone.
Che sorpresa, il vecchio Logan è passato a trovarci! (da X-Men n° 139)

Heather chiama Wolverine con il suo nome, Logan. I lettori lo sapevano già da anni, dai tempi del viaggio in Irlanda agli albori dei nuovi X-Men, ma i suoi compagni lo ignoravano. «Ti ha chiamato Logan! E' il tuo vero nome?» chiede uno stupito Nightcrawler.
Si capisce che Logan e Heather sono amici di vecchia data e che la "fuga" di Wolverine dal Canada per seguire Xavier non è stata indolore e ha incrinato i loro rapporti. Ma Wolverine confida a Nightcrawler: «Prima di incontrare la vostra squadra, Heather e Mac erano gli unici veri amici che avevo.»

Scintille tra vecchi amici (da X-Men n°139)

La storia si sposta presto nelle foreste del nord del Canada dove Vindicator, il nuovo nome in codice di Hudson quando indossa il costume da capo di Alpha Flight, è impegnato con alcuni membri del suo gruppo a dare la caccia a una creatura che sta creando scompiglio da quelle parti. Vengono raggiunti da Wolverine e da Nightcrawler. All'inizio è palpabile un po' di tensione, ma Logan mostra subito le sue pacifiche intenzioni. Alla fine i due X-Men aiutano i membri di Alpha Flight in una furibonda lotta contro un personaggio importantissimo nella storia editoriale di Wolverine: il gigantesco Wendigo, primo avversario del ghiottone ai suoi esordi sulle pagine di The Incredible Hulk nell'ottobre del 1974. La storia serve anche a Claremont per rileggere a suo modo quella storica prima apparizione di Wolverine, avvenuta in modo un po' approssimativo. Wolverine infatti commenta: «Vengo fin quassù per chiudere alcuni dei conti in sospeso che ho e finisco faccia a faccia con il più grande conto in sospeso della mia vita.» In effetti, nella sua prima apparizione, non era riuscito a sconfiggere il mostro bianco e anzi ne era uscito un po' scornato; era stato, secondo lui, il suo unico fallimento. Claremont gli dà la possibilità di rimediare. Lo scrittore ci svela anche che, dopo lo scontro con Wendigo, Wolverine era stato occupato, presumibilmente per conto del governo canadese, nelle sue «azioni alla James Bond.»

Snowbird e Wolverine sarebbero stati una bella coppia (da X-Men n° 140)

Nel numero successivo, il 140, mentre la caccia al mostro bianco continua, un flashback permette a Claremont di chiarire i motivi dell'abbandono di Wolverine: «Perché hai dato le dimissioni dal Dipartimento H?» chiede Snowbird, la bella mutaforma degli Alpha Flight. «Un'offerta migliore» chiosa Wolverine. E il ghiottone ripensa al suo passato. Heather e Mac avevano trovato Logan vicino alla loro casa, infreddolito e affamato. E l'avevano accolto. Cosa gli era capitato? Non ci viene spiegato. Wolverine, che evidentemente non ha memoria di certi avvenimenti, si è ritrovato di punto in bianco con gli artigli di adamantio. «Io sono sempre stato un uomo pericoloso! - ricorda Wolverine nel flashback - Combattere è parte della mia natura! Ma questi artigli di adamantio... tutto è diverso ora. Non posso più confrontarmi in un combattimento leale. Sono praticamente invulnerabile, Jim! Sono diventato una macchina per uccidere! E io non voglio questo!»
Questa macchina per uccidere, commenta Claremont, è stata una manna dal cielo per i servizi segreti canadesi che avevano usato Wolverine per i lavori più sporchi. L'offerta di Xavier di unirsi agli X-Men era stata per Wolverine l'occasione di uscire da quel circolo vizioso, una via d'uscita che il collerico agente segreto canadese aveva colto al volo. Insomma, la seconda possibilità che cercava. Anche a costo di essere costretto a abbandonare coloro che l'avevano salvato, Jim Hudson e la sua gentile moglie Heather.

L'incontro tra i coniugi Hudson e Logan (da X-Men n° 140)

In poche vignette, e con una maestria rara, Chris Claremont risolve una delle contraddizioni più grandi del personaggio di Wolverine, il motivo cioè per cui aveva lasciato il suo incarico di super-arma del governo canadese per seguire, apparentemente senza motivo, uno strambo professore in sedia a rotelle.

Tutta la storia canadese serve per mettere a fuoco il personaggio. Anche durante lo contro con Wendigo i pensieri di Wolverine rivelano la sua personalità. Il fatto ad esempio di aver imparato a controllare la sua furia, ma anche di provare in fondo piacere a lasciarla sfogare quando possibile. E' un Wolverine capace di prendere posizione, di dare ordini, come fa ad esempio con Snowbird. Capace di provare pietà per le sue vittime. Durante la lotta con Wendigo riesce a salvare la mutaforma intrappolata nell'aspetto, guarda caso, di un famelico ghiottone. Lo fa con la sua capacità di provare empatia per gli animali, si mette a nudo e si aspetta che lei faccia altrettanto. Il piano riesce e la sua autorevolezza aumenta. Le ultime pagine, dopo che la minaccia del mostro dei boschi è stata sventata, ci riconsegnano un Wolverine in pace coi suoi vecchi amici canadesi («Ora sei un uomo libero... Vieni a trovarci, me e Heather, siamo amici, Logan, ti vogliamo bene e ci manchi», gli dice Mac) ma anche una riflessione sul Wolverine soldato e agente segreto dal passato violento e sul super-eroe a cui è stata data l'occasione di ricominciare ma che deve fare i conti con la sua natura. E' una questione aperta che Claremont non chiude, anzi, la domanda se le azioni dell'X-Man siano giuste rimane in sospeso, come abilmente l'autore fa dire a Nightcrawler, l'amico che non si sottrae dal fare domande scomode.[3]

Nightcrawler è davvero un buon amico (da X-Men n° 140)

La storia servì anche a Byrne e alla Marvel come prologo alla bella serie dedicata al gruppo guidato da Vindicator, Alpha Flight, che ebbe un buon successo fintantoché fu realizzata dall'autore anglo-canadese, ma che però vide la luce più di due anni dopo, nell'estate del 1983.

Continua nell'undicesima parte.

Note
[1] Il numero 138 della collana X-Men (The Uncanny X-Men nel logo, data di copertina ottobre 1980)  fu pubblicato in Italia nei numeri 19 e 20 del mensile L'Uomo Ragno della Star Comics (dicembre1988, gennaio 1989).
[2] I numeri 139 e 140 della collana X-Men (The Uncanny X-Men nel logo, data di copertina novembre e dicembre 1980)  furono pubblicati in Italia nei numeri 20, 21 e 22 del mensile L'Uomo Ragno della Star Comics (gennaio-marzo 1989).
[3] I numeri da 138 a 140 della collana X-Men furono ristampati in Italia nel volume Giorni di un futuro passato da Marvel Italia nel 1998 e in una nuova edizione nel 2014.


Nessun commento: