La copertina di X-Men n°133 disegnata da John Byrne e Terry Austin. Un solitario Wolverine in una memorabile zuffa con gli sgherri del Club Infernale.
The Dark Phoenix Saga: una pietra miliare nel mondo dei comics
Il 1980 mutante si aprì con molte novità e con l'inizio di uno dei cicli narrativi più celebrati della storia della Marvel e del genere super-eroistico. Dal numero 129 fino al numero 137, per quasi un anno, le vicende degli X-Men furono incentrate sullo straordinario personaggio di Jean Grey, nota ormai come Fenice, un essere potentissimo che aveva travalicato l'essenza mutante della rossa X-Woman. E' davvero difficile avere a che fare con poteri così grandi, così spaventosi, soprattutto se si mette in mezzo un nemico che riesce a farti impazzire, ti fa vivere in una realtà parallela fatta di visioni e illusioni scollegate dalla realtà. La povera Jean, nonostante tutti i suoi sforzi e l'amore dei suoi amici, alla fine soccombe in una delle storie più drammatiche, ma anche commoventi, che si siano mai lette su un albo a fumetti.
Sulla Saga di Fenice Nera ci sarebbe da scrivere un'enciclopedia, tanti sono gli spunti narrativi che offre. E tanto se n'è scritto, in particolare sul tragico epilogo.
Tutta la story-line è piena di novità. Nel primo numero comparve per la prima volta uno dei personaggi più belli e importanti dell'intera saga mutante, Kitty Pride, una frizzante adolescente che diventò poi uno dei punti di forza delle serie mutanti e grande amica di Wolverine. Poi Dazzler, improbabile eroina sui pattini dallo spessore ancora incerto, fatta esordire sulle pagine degli X-Men per essere poi protagonista di una sua serie regolare nata per strizzare l'occhio al pubblico giovanile amante dell'allora imperante disco-music (sigh!), ma che negli anni '80 tornò a rivestire un ruolo di primo piano nelle storie degli X-Men. Poi i nuovi e terribili nemici, i membri dell'oscuro Club Infernale. Tutte creazioni di un ispiratissimo Chris Claremont che iniziava davvero a far vedere al mondo perché, negli anni, si è meritato di essere considerato uno dei più importanti scrittori di fumetti.
La Saga di Fenice Nera, il volume che raccoglie tutta la storia. La copertina è una rielaborazione di quella storica di X-Men n°137 di John Byrne e Terry Austin
E Wolverine? Bhe, il mutante canadese fu uno dei protagonisti dell'intero ciclo, pur senza esserne il fulcro centrale. La sua evoluzione come personaggio permise a Claremont e a John Byrne, che fu sempre co-accreditato anche nella stesura delle storie, di utilizzarlo in pieno, di sfruttarne le peculiari caratteritiche che ormai si stavano delineando con chiarezza. Lui era il membro delgi X-Men che spesso faceva il lavoro sporco, e lo risparmiava agli altri, a lui venivano demandate le azioni più crude e violente, ma il personaggio conteneva una vena umoristica e un'indole avventurosa nel suo tipico stile di guerriero senza paura, pur con qualche macchia. Intanto si inseriva sempre più nel gruppo, ne diventava uno dei membri più stabili e affidabili (mentre in parallelo iniziava a prendere sempre più quota la leadership di Tempesta).
Kitty, Alison e Emma
Il cast del serial iniziò ad arricchirsi di personaggi femminili con i quali Claremont dimostrò di trovarsi subito a suo agio. Una caratteristica tipica dello scrittore di origini inglesi, a cui si deve l'aver introtoddo o sviluppato un gran numero di figure femminili di grande spessore in un mondo, quello dei super-eroi, tipicamente maschilista. Già negli X-Men c'erano già due figure femminili forti e narrativamente tutt'altro che banali come Jean Grey e Ororo e Claremont aveva anche tirato fuori dal cappello la splendida Moira, protagonista assoluta della Saga di Proteus. Ma fu con Kitty Pride che Claremont iniziò a fare sul serio. Kitty divenne uno dei suoi personaggi migliori, più amati e che lo scrittore utilizzò nel modo più creativo e intelligente. Su di lei bisognerebbe dilungarsi per giorni. Nel numero 129 della collana X-Men, insieme a Kitty, fece il suo esordio anche Emma Frost, la Regina Bianca, altra donna e innovativo personaggio che lo scrittore utilizzò in modo magnifico negli anni successivi.
La prima parte della lunga saga vide gli X-Man alle prese con il temibile Club Infernale e in particolare con la sua cerchia interna, un gruppetto di mutanti che sotto mentite spoglie gestivano l'esclusivo circolo interno e il cui scopo era la manipolazione del potere a tutti i livelli. Il primo scontro avvenne proprio a causa di Kitty Pride, una giovane mutante appena "scoperta" dal prof. Xavier (appena tornato dallo spazio) tramite il super-computer Cerebro. Una squadra di X-Men viene inviata da Xavier a Chicago, dove Cerebro ha individuato la giovane mutante. L'idea è che la ragazzina possa isciversi alla scuola per giovani mutanti di Xavier. I nostri vengono assaliti da un gruppo di uomini misteriosi dotati di una avvenieristica armatura. Sono emissari del Club Infernale che punta a sconfiggere gli X-Men e a portare dalla sua parte la giovanissima ragazzina.[1]
Jean incontra Kitty. E' la fine di un incubo. (da X-Men n°131)
Nel numero successivo una seconda squadra di X-Men giunge a New York per trovare un secondo mutante appena individuato. Si tratta della cantante Alison Blaire, nota come Dazzler, capace di trasformare il suono in energia luminosa. Anche qui gli emissari del Club Infernale si mettono di mezzo.[2]
Xavier e Tempesta, Colosso e Wolverine, la squadra mandata a incontrare Kitty, vengono rapiti da Emma Frost, Regina Bianca del Club e potente telepate in grado di rivaleggiare, quasi, con il professore. In una sarabanda di avvenimenti e capovolgimenti alla fine è proprio la giovane, spaventata e inesperta Kitty che si trova costretta a intervenire per liberare i suoi nuovi amici.
Intanto Jason Wyngarde, il misterioso e avvenente uomo che da mesi e mesi sta minando la mente di Jean Grey, continua nella sua diabolica opera. Anche lui, si scopre, è un membro del Club Infernale e il suo scopo è portare dalla parte dei malvagi la rossa Jean, per poterne sfruttare, come docile marionetta, i fantastici poteri di Fenice.
Kitty libera Wolverine. Ci sa fare la ragazzina! (da X-Men n°131)
Nel frattempo Kitty riesce a non farsi catturare dalla Regina Bianca e incontra la squadra di Ciclope, Nightcrawler e Fenice che ha preso contatto con Dazzler. Viene organizzata una operazione di recupero e grazie ai poteri di Kitty, in grado di diventare incorporea e di attraversare le pareti, Wolverine e gli altri vengono liberati. Alla fine sono i poteri di Fenice a rivelarsi decisivi. A tal punto da preoccupare e intimorire i suoi compagni. Scott in particolare inizia a chiedersi cosa sia diventata Jean. E' ancora lei? E' ancora la ragazza che ama? O la personalità misteriosa di Fenice sta cambiando tutto? Ovviamente Ciclope non sa che gran parte dell'instabilità di Jean è dovuta alle manovre oscure di Jason Wyngarde che riesce con facilità a entrare nella mente della ragazza, suggestionandola e manovrandone le azioni.[3]
Ciclope capisce però che il Club Infernale è pericoloso e decide di intervenire. La misteriosa organizzazione sta braccando gli X-Men e così Scott decide che la miglior difesa è l'attacco. In gran segreto gli X-Men, aiutati da Angelo, organizzano una missione a casa del Club, nel loro stesso covo. Vogliono vederci chiaro una volta per tutte. La lotta inizia presto e gli X-Men fanno la conoscenza diretta dei loro nemici: il Re Nero Sebastian Shaw, un ricco industriale capo indiscusso del Club e leader della segretissima cerchia interna, Donald Pierce, mezzo uomo e mezzo cyborg, Harry Leland, la stessa Emma Frost, la Regina Bianca, e naturalmente Jason Wyngarde. Tutti mutanti, tutti pericolosi tanto da essere a capo di una organizzazione segreta che mira ad ottenere potere, politico e economico, e per questo vuol sfruttare gli altri mutanti e in particolare la povera Jean Grey. Lo scontro è terribile e Jean, manipolata da Wyngarde, viene soggiogata diventando lei stessa membro del Club, nelle vesti della Regina Nera.[4]
Le cose non vanno bene, gli X-Men vengono catturati e Wolverine, mandato nei sotterranei del palazzo del Club per entrare di soppiatto, è stato sconfitto ed è creduto morto. Ma lui è un osso duro, mica molla facilmente! L'ultima pagina del numero 132 è splendida. Wolverine riemerge dall'acqua delle fogne: «Okay bastardi, ci avete provato... Ora tocca a me!» Ecco il vero Wolverine...
Pensavate di aver ucciso Wolverine? Mica è così semplice! (da X-Men n°132)
Wolverine: solo!
L'X-Man canadese è il protagonista del numero 133. Sua è la copertina (la prima della collana interamente dedicata a lui), suo è il titolo della storia, suo è il palcoscenico.[5]
Nei sotterranei del Club Infernale di Manhattan Wolverine affronta in solitaria i mercenari del circolo interno di Shaw. Odiano i mutanti e impareranno a odiarli ancora di più, in particolare il burbero canadese dopo il trattamento che riserverà loro usando i suoi artigli. In una didascalia Chris Claremont descrive la scena della mattanza: mentre affetta i suoi avversari Wolverine «fa quello che sa fare meglio... e si diverte un mondo.»
Wolverine se la spassa... (da X-Men n°133)
La scena finale della lotta con i mercenari è epica e descrive al meglio quello che il personaggio è diventato dopo la lunga cura di Claremont. Rimane un solo avversario,Wolverine lo impaurisce al punto da farlo arrendere. E' l'inizio dell'eterno tormentone: "Faccio quello che so fare meglio, e quello che faccio non è piacevole (ma mi diverto!)"
La psicologia del terrore! (da X-Men n°133)
Alla fine gli X-Men riescono, anche grazie all'intervento di Wolverine, a liberarsi e a fuggire. Il canadese uccide Leland e Jean Grey riesce a sottrarsi dall'influenza di Jason Wyngarde che si rivela essere nient'altro che Mastermind, un vecchio nemico degli X-Men capace generare illusioni e con questo soggiogare la volontà delle altre persone. Ma è troppo tardi, tutto quello che Jean ha passato e i danni subiti dal controllo mentale di Mastermind hanno indebolito la sua volontà e la ragazza perde il controllo. Non è più la Regina Nera del Club Infernale sotto l'influenza di Wyngarde, non è più Jane Grey e nemmeno Fenice, ma si trasforma nella ben più temibile Fenice Nera. E sono guai, grossi... [6]
Figlia della luce e dell'oscurità
I tre numeri finali della saga sono tra i più drammatici mai letti sin'ora. Jean Grey si trasforma e trascende nell'entità oscura della Fenice Nera, la faccia incontrollata e incontrollabile della splendida Fenice, un essere universale di origine primigenia e di potenza inaudita. Jean non riesce più, se non a tratti, a controllare la fame che la divora.[7]
La bellissima copertina di X-Men 135, Fenice Nera si rivela in tutta la sua potenza.
Gli X-Men ci provano in tutti i modi, combattuti tra l'amore per la ragazza e la necessità di fermarla costi quel che costi. Una battaglia dilaniante, in particolare per Scott e per il professore. Poi Fenice Nera, nel suo girovagare incontrollato per l'universo, affamata e dilaniata, distrugge un intero sistema solare abitato da miliardi di esseri e finisce nelle mire degli Shi'Ar. Quando finalmente sembra tornata la pace Lilandra reclama giustizia per gli atti compiuti da Jean nelle visti di Fenice Nera, la divoratrice di mondi. Il fato di Fenice, l'ultima storia, è una delle più famose e discusse della storia dei fumetti. Jean muore, si sacrifica per fermare l'essere che è dentro di lei, l'essere che lei stessa è diventato. Fiumi di inchiostro furono scritti su questa scelta imposta controvoglia agli autori che a quanto pare avevano in mente un finale diverso. Invece la morte di Jean Grey si compì e gli X-Men e il mondo dei comics non furono più gli stessi.
Anche Wolverine è ovviamente coinvolto nella battaglia. Lui ha amato Jean e come gli altri è diviso, lacerato. Grazie a un congegno inventato da Hank McCoy, la Bestia, gli X-Men riescono a rallentare Fenice Nera che per un attimo è indebolita. E' un'occasione d'oro per farla finita. E ci può pensare solo Wolverine. Solo lui può avere il coraggio di compiere l'atto fatale, solo lui può fare ciò che va fatto, anche se non è piacevole. Ma la personalità di Jean torna in superficie e implora Wolverine di ucciderla, di mettere fine a tutto. Questo fa esitare Wolverine che perde l'attimo fuggente. Troppo tardi, Fenice Nera riprende il controllo, occasione sprecata...[8]
Wolverine sta per uccidere Fenice Nera, ma esita... (da X-Men n°136)
Il professor X riesce comunque a fermare Fenice, grazie anche all'aiuto della stessa Jean. Appena in tempo perché gli X-Men siano condotti di fronte al tribunale degli Shi'Ar. Gli X-Men combattono contro la Guardia Imperiale di Lilandra per la vita di Jean. Wolverine si prepara all'inevitabile scontro e riflette su di sé e sulla battaglia che gli attende: qualcosa gli dice che l'esito non sarà piacevole. A margine gli autori ribadiscono che il suo scheletro è di adamantio, come la sue devastanti lame. Curiosamente in una vignetta si vede l'artigliato eroe in meditazione, come farebbe un guerriero giapponese: l'ennesimo indizio sul suo passato che, con la solita maestria, Chris Claremont lascia lì, come una briciola fatta cadere sul percorso per ritrovare la strada di casa.[9]
Wolverine si prepara per la battaglia finale (da X-Men n°137)
Alla fine Jean si sacrifica, uccidendo se stessa ma anche Fenice Nera, l'essere che ormai è ineludibilmente diventato. Il volto della ragazza nell'ultima vignetta è bellissimo. Traspare tutto l'amore per Scott, ma anche l'intollerabile sofferenza della povera X-Girl.
Si compie il fato di Fenice, in una delle scene più famose della storia dei fumetti Marvel (da X-Men n°137)
Tutta la saga è dominata dai meravigliosi primi piani di Jean realizzati da un John Byrne in stato di grazia, al suo massimo artistico. Queste sono le storie che hanno reso immortali gli X-Men nel mondo dei comics: queste vignette lo testimoniano e ce ne spiegano il motivo.[10]
The Untold Story
La versione orginale di The Fate of Phoenix fu pubblicata qualche anno dopo, nel 1984, con il finale che Claremont e Byrne avevano inizialmente ideato.[11] Fenice Nera muore, ma Jean riesce a essere salvata. Purtroppo per gli autori Jim Shooter, l'allora detestatissimo capo editoriale della Marvel, decise diversamente e fece ridisegnare tutto. Un mucchio di lavoro in più, ma anche un problema per le storie successive. Claremont fu costretto a ripensare l'universo mutante senza Jean. Fortuna che aveva appena introdotto Kitty Pride...
Continua nella decima parte.
Note
[1] Il numero 129 della collana X-Men (The Uncanny X-Men nel logo, data di copertina gennaio 1980) fu pubblicato in Italia nel numero 11 del mensile L'Uomo Ragno della Star Comics (marzo 1988).
[2] Il numero 130 della collana X-Men (The Uncanny X-Men nel logo, data di copertina febbraio 1980) fu pubblicato in Italia nei numeri 11 e 12 del mensile L'Uomo Ragno della Star Comics (marzo, aprile 1988).
[3] Il numero 131 della collana X-Men (The Uncanny X-Men nel logo, data di copertina marzo 1980) fu pubblicato in Italia nei numeri 12 e 13 del mensile L'Uomo Ragno della Star Comics (aprile, maggio 1988).
[4] Il numero 132 della collana X-Men (The Uncanny X-Men nel logo, data di copertina aprile 1980) fu pubblicato in Italia nel numero 13 del mensile L'Uomo Ragno della Star Comics (maggio 1988).
[5] Il numero 133 della collana X-Men (The Uncanny X-Men nel logo, data di copertina maggio 1980) fu pubblicato in Italia nel numero 14 del mensile L'Uomo Ragno della Star Comics (giugno 1988).
[6] Il numero 134 della collana X-Men (The Uncanny X-Men nel logo, data di copertina giugno 1980) fu pubblicato in Italia nel numero 15 del mensile L'Uomo Ragno della Star Comics (luglio 1988).
[7] Il numero 135 della collana X-Men (The Uncanny X-Men nel logo, data di copertina luglio1980) fu pubblicato in Italia nei numeri 15 e 16 del mensile L'Uomo Ragno della Star Comics (luglio e agosto 1988).
[8] Il numero 136 della collana X-Men (The Uncanny X-Men nel logo, data di copertina agosto 1980) fu pubblicato in Italia nei numeri 16 e 17 del mensile L'Uomo Ragno della Star Comics (agosto e ottobre 1988).
[9] Il numero 137 della collana X-Men (The Uncanny X-Men nel logo, data di copertina settembre 1980), realizzato con un numero di pagine doppio rispetto al normale, fu pubblicato in Italia nei numeri 17, 18 e 19 del mensile L'Uomo Ragno della Star Comics (ottobre, novembre e dicembre 1988).
[10] I numeri da 129 a 137 della collana X-Men furono ristampati in Italia nel volume La Saga di Fenice Nera - The ultimate edition da Marvel Italia nel 1998.
[11] Phoenix. The Untold Story (numero unico, data di copertina aprile 1984) fu pubblicato in Italia nel numero 12 del mensile Star Magazine della Star Comics (settembre 1991)
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