venerdì 26 maggio 2017

La morte di Wolverine. L'evoluzione del personaggio Marvel che ha cambiato il mondo dei supereroi (8)

La settima parte è qui.
Ciclope si prende gioco di Wolverine... a suo rischio e pericolo (da X-Men n°127)

Gli X-Men, la mia famiglia, davvero?
Nelle scorse puntate abbiamo visto l'evoluzione del personaggio di Wolverine nei quattro anni di permanenza negli X-Men. Dal burbero e un po' infantile attaccabrighe dei primi tempi, Chris Claremont lo fece crescere trasformandolo in qualcosa di diverso, in un personaggio tridimensionale, con le sue insicurezze, ma finalmente affidabile e consapevole.

Il numero 122 della collana The Uncanny X-Men contiene una delle tipiche storie di passaggio a cui il grande Chris ci abituerà anche in seguito. Il gruppo di Ciclope, con Wolverine, Nightcrawler, Colosso, Tempesta e un menomato Banshee privo di poteri, è tornato a casa, trovandola vuota. Il professore è nello spazio con Lilandra, mentre Jean e a Muir con Moira McTaggert alla ricerca dell'equilibrio con il suo nuovo status di Fenice.
La storia inizia con un allenamento nella stanza del pericolo: Colosso, dopo averle buscate un po' di volte nelle precedenti avventure, non è più sicuro dei suoi poteri, della sua forza. Una sorta di blocco psicologico. E' interessante il fatto che Ciclope si trovi nella sala comandi insieme a Wolverine. Situazione del tutto nuova. Il leader degli X-Men analizza con il canadese la situazione, cerca consiglio e Wolverine partecipa a pari livello, quando fino a pochi mesi prima difficilmente un suo parere sarebbe stato preso in considerazione. Wolverine con un colpo di teatro prende in mano la situazione, distrugge il pannello dei comandi e raggiunge Peter nella stanza del pericolo, mettendo a rischio la propria vita, ma così facendo costringe il giovane e insicuro russo a usare tutta la sua forza per salvarlo. Un rischio pazzesco, ma calcolato, non un colpo di testa irrazionale o istintivo. Wolverine si fida dell'amico e mette la vita nelle sue mani. Il trucco funziona e il dialogo finale con Ciclope, che abbozza elegantemente, è strepitoso per umorismo e profondità.

Wolverine offre una spintarella psicologica a Colosso, nel suo inimitabile stile... (da X-Men n°122)

Ma sono le parole di Wolverine rivolte a Colosso che colpiscono, mentre rischiando la vita cerca di convincerlo ad aver fiducia dei suoi mezzi, tanto sono nuove e distanti da quelle che avrebbe pronunciato il vecchio personaggio:  «Tutti devono morire Petey... presto o tardi... meglio farlo vicino a un amico. Ho una mezza idea di quello che ti sta capitando, coso. Molti tra noi erano dei perdenti prima di diventare X-Men. Il gruppo è diventato la famiglia che non abbiamo mai avuto. Ma tu hai una famiglia, amico. Radici.» Si riferisce al fatto che effettivamente Peter ha lasciato i suoi in Siberia e il tarlo che lo corrode è forse la nostalgia. La profondità psicologica di Wolverine è inedita, ma anche l'attaccamento al gruppo, agli X-Men come famiglia, come luogo dove ricominciare, nel perfetto stile americano delle "seconde possibilità".

E' un bel capovolgimento narrativo e un segno evidente del fatto che gli autori, dopo una gestazione di anni, avevano finalmente preso confidenza con il personaggio. La nuova caratterizzazione è quella di un esperto super-eroe, in grado di prendere in mano la situazione se ce n'è bisogno, con autorevolezza, con decisione, con credibilità. Sempre burbero e un po' pazzoide, a volte in modo imprevedibile, ma non più rancoroso, chiuso nell'orgoglio, ma a tratti addirittura comico. Non il leader degli X-Men, ma uno di cui finalmente fidarsi. Lo capisce, forse, persino Ciclope...

Tutta la storia del numero 122 è splendida e offre nuova linfa e nuove sfaccettature di tutti i personaggi: da Ciclope alle prese con la presunta perdita di Jean, dalla quale però sembra risollevarsi in fretta grazie a Colleen Wing, al Professor Xavier alle prese con la sua nuova condizione di compagno di una imperatrice galattica, a Jean che incontra Jason Wyngarde con tutti i guai che ne seguiranno, a Tempesta che deve fare i conti con il suo passato e con le sue vere origini, meno paradisiache di quello che credeva. E ancora Wolverine che rivede inaspettatamente la bella Mariko a New York...[1]

I due numeri successivi della serie sono incentrati sul rapimento degli X-Men da parte del perfido Arcade, personaggio caro a Claremont e Byrne che lo fecero esordire un annetto prima nella serie ragnesca Marvel Team-Up. Un'avventura piena di azione nella quale nuovamente Wolverine rischia di farsi prendere dall'istinto e per questo per un po' le prende, reagendo in modo scomposto. Il lupo perde il pelo...[2]

Sull'isola di Muir
Ma la saga mutante non concede pause. I quattro numeri successivi costituiscono la cosiddetta Proteus Saga, uno degli archi narrativi più celebri della premiata coppia Claremont-Byrne.[3][4] Lo scontro con Proteus, il misterioso Mutante X che si scopre essere il figlio di Moira MacTaggert, si rivela essere uno dei momenti più difficili della storia mutante. Claremont riesce comunque a seminare indizi rivolti al futuro, prepara il campo a nuovi sviluppi ancora più complessi e drammatici, le sotto-trame sono un groviglio di nuovi interrogativi e di nuove incertezze.

Proteus alla fine viene sconfitto, ma si tratta di una tragica vittoria, sopratutto per Moira. Ma per lei è anche un nuovo inizio, grazie alla presenza di Banshee che, ormai privo di poteri, decide di lasciare gli X-Men e di restare a Muir. Il centro ricerche scozzese, gestito da Moira e da Sean, diventerà una sorta di seconda casa per i mutanti di Xavier, un luogo dove riposare, trovare conforto e guarire dopo mille traversie grazie alla presenza preziosa della bella genetista e dell'esperto irlandese.

Wolverine non è il principale protagonista della storia, ma la sua nuova dimensione narrativa lo rende un elemento non estraneo al gruppo. Le sue doti di segugio e la sua esperienza lo rendono prezioso, così la sua selvaggia determinazione. In realtà la storia inizia con una bella litigata tra Wolverine il capo Ciclope che comincia a dubitare della coesione del gruppo. I due non si sopportano e non fanno niente per nasconderlo..

Adamantio!
Ma per la storia di Wolverine l'avventura scozzese è un punto di non ritorno, perché, finalmente, dopo più di quattro anni, viene svelato qualcosa sui reali poteri del piccoletto. Nel numero 126 di Uncanny X-Men il gruppo, con Moria e alcuni dei mutanti ospiti del suo centro ricerche (Havok, Polaris e l'Uomo Multiplo) inizia la caccia a Proteus il cui nefasto potere è quello di impossessarsi del corpo delle persone che incontra, consumandole in poco tempo e decretandone quindi la morte. Ha bisogno di cambiare spesso corpo e nel suo tragitto verso Edimburgo, dove si sta recando per incontrare e uccidere suo padre, Kevin (questo il suo vero nome) si lascia dietro una scia di morte e di mummie rinsecchite. Le abilità di segugio del guerriero canadese consentono agli X-Men di seguirne la traccia, fino al fatidico incontro. Proteus ha preso possesso del corpo di uno sfortunato poliziotto, ma Wolverine, grazie ai suoi sensi animaleschi, non si fa ingannare. A questo punto il Mutante X decide di impossessarsi del corpo dell'X-Man, ma, colpo di scena, non funziona. Tutto il corpo di Wolverine è fatto di metallo! E' il punto debole di Proteus che non riesce così a "entrare" dentro Wolverine. «Metallo! - urla Proteus - Questo X-Man è pieno di metallo. Alieno... mortale... per me!» Sardonicamente Wolverine risponde: «Non è solo metallo, tesoruccio. Ho uno scheletro da tre milioni di dollari di adamantio.»

Proteus tenta di impossessarsi del corpo di Wolverine... ma non ha tenuto conto dell'adamantio! (da X-Men n°126, ottobre 1979)

E' una grossa novità. Non solo i suoi artigli retrattili sono di adamantio, ma tutto il suo scheletro ne è ricoperto. Come c'è finito? Si può solo immaginare che non sia naturale, non è quello il suo potere mutante. L'adamantio è stato in qualche modo aggiunto (è costato 3 milioni di dollari!), ma come, da chi e perché? Una serie di interrogativi che per i lettori rimarranno tali per decenni...  
Quindi Wolverine è un mutante, e il suo potere sembra quello di essere dotato di sensi animali sviluppatissimi, fiuto, tatto, udito, e che in un passato tutto da scrivere gli è stato impiantato uno scheletro di metallo. Ma ricopre le sue ossa? Oppure lo scheletro è stato sostituito? E gli artigli, sono comunque artificiali? O sono naturali e poi ricoperti di adamantio? Altre domande, altre questioni che rimarranno tali per molti, molti anni.

Ciclope si prende cura di un tremante Wolverine, scosso dopo l'incontro con Proteus...
 
...e lo provoca. Wolverine non la prende bene! (da X-Men n°127, novembre 1979)

Lo scontro con Proteus non è comunque indolore per il canadese che ne rimane scosso, confuso, tutta la realtà fatta di certezze, di norma solidamente vagliate attraverso i suoi sensi, è stata messa in crisi. Fortunatamente interviene Ciclope che provoca in modo apparentemente stupido il suo compagno e ne ottiene una rabbiosa reazione. Ma in questo modo il leader mette alla prova tutto il gruppo, che confusamente assiste. Una salutare scossa nella mente degli X-Men dopo lo choc dello scontro con Proteus. Spiega Ciclope: «Ho messo alla prova me stesso e anche voi ragazzi. Ero molto preoccupato per te, Wolverine.» Inopinatamente Wolverine risponde. «Ne avevi un buon motivo. Proteus mi ha messo addosso una bella paura. Non avevo una grande opinione di te in passato, Cike, come leader e come uomo. Mi sbagliavo.» «Grazie Wolverine, davvero.» Per certi aspetti anche questa è una grande svolta nella narrazione, nell'equilibrio tra i personaggi, sempre più definiti e tridimensionali, offre agli autori nuova linfa, uno spaccato inedito e la possibilità di futuri sviluppi.

Ti salvo io! Tanto hai lo scheletro di adamantio e non ti faccio mica male! (da X-Men n°128, dicembre 1979)

Nel numero successivo, durante la battaglia finale con il Mutante X, che nel frattempo ha messo sotto sopra mezza Edimburgo e si è impossessato del corpo del suo odiato padre, Ciclope salva Wolverine che sta precipitando da una considerevole altezza. Lo fa rallentando la sua caduta con brevi emissioni dei raggi ottici. Ciclope è davvero in gamba. La cosa interessante però è che sembra conoscere il segreto di Wolverine e del suo scheletro di adamantio. Peccato che in passato questo fatto non fosse mai stato reso noto... No, Ciclope non poteva sapere nulla del segreto di Wolverine... Tipico di Chris Claremont, aggiungere informazioni rivolte ai lettori facendo finta che si tratti di cose già note. Grande Chris (ancora)! Wolverine però si lamenta, gli rimarranno per sempre i lividi. Non c'è ancora traccia del famoso fattore di guarigione! Gli autori ancora non l'hanno codificato in modo preciso. Servirà ancora qualche anno...

Continua nella nona parte. 

Note
[1] Il numero 122 della collana X-Men (The Uncanny X-Men nel logo, data di copertina giugno 1979)  fu pubblicato in Italia nei numeri 27, 28 e 30 del quattordicinale L'Uomo Ragno (2a serie) dell'Editoriale Corno (dicembre 1982, gennaio 1983).
[2] I numeri 123 e 124 della collana X-Men (The Uncanny X-Men nel logo, data di copertina luglio e agosto 1979)  furono pubblicato in Italia nel numero 1 della rivista Marvel della Labor Comics (giugno 1986). Fu ristampato da Marvel Italia nel numero 7 del semestrale X-Men Classic (Marvel Special 9, dicembre 1996)
[3] I numeri 125 e 126 della collana X-Men (The Uncanny X-Men nel logo, data di copertina settembre e ottobre 1979)  furono pubblicato in Italia nel numero 2 della rivista Marvel della Labor Comics (luglio 1986). Furono ristampati da Marvel Italia nel numero 7 del X-Men Classic (Marvel Special 9, dicembre 1996)
[4] I numeri 125, 126, 127 e 128 della collana X-Men (The Uncanny X-Men nel logo, data di copertina settembre, ottobre, novembre e dicembre 1979)  furono pubblicato in Italia nello Speciale X-Men 1 della Star Comics nel 1988. Furono ristampati da Marvel Italia nel numero 8 del semestrale X-Men Classic (Marvel Special 11, agosto 1997)
 

Nessun commento: