Un nuovo album di Marisa Monte esce a distanza di cinque anni e mezzo dai precedenti lavori della cantante di Rio. Nel marzo del 2006 la Monte pubblicò in contemporanea due bellissimi dischi, Infinito particular, dalle sonorita pop più vicine al sound dei suoi Tribalistas, e Universo ao meu redor, dedicato al samba. Poi una lunga tournée e l'immancabile documentario/concerto su DVD. Marisa nel frattempo è diventata mamma per la seconda volta e ha dedicato gran parte del suo tempo alla famiglia (com'è giusto che sia) salvo una parentesi di produzione cinematografica per il film documentario dedicato alla sua scuola di samba e alla Velha Guardia da Portela.
Il nuovo album non è 'sto gran che. Principalmente è formato da canzoni leggerine, anche se molto orecchiabili e delicate, Marisa Monte si era sempre segnalata per la sua innata capacità di rendere prezioso il suo modo soffuso e profondo di interpretare ogni repertorio, che fosse samba o pop vicino ai gusti occidentali (si dovrebbe dire "pop d'autore"), ma anche per la ricerca sonoro intrapresa a partire dalla sua lunga collaborazione con Arnaldo Antunes e Carlinhos Brown, sfociata nel progetto Tribalistas e nei suoi notevoli dischi del 2006. Ora queste doti sembrano un po' sottotono. Le nuove canzoni mancano della capacità di incidere; gli arrangiamenti, sempre impeccabili ci mancherebbe, sono un po' troppo di maniera e mancano di un filo conduttore preciso, verrebbe da dire che mancano di personalità. Il disco è stato criticato per i testi apparentemente troppo leggeri, troppo "sentimentali", ma questa è una critica un po' inutile, la Monte ha registrato decine di splendide canzoni un po' "sempliciotte", ma è sempre riuscita a dar loro un tono e una personalità inarrivabili. Caso mai è proprio l'approccio della cantante che non riesce a far breccia. Avrebbe potuto anche interpretare Dylan o Veloso o Chico, poco sarebbe cambiato. Persino la voce della cantante carioca sembra aver perso smalto. Il suo timbro profondo, leggero, un po' nasale e seducente era sempre stato il suo marchio di fabbrica. Oggi sembra rimasta solo la leggerezza, che manca però di profondità.
L'industria discografica ci ha ormai abituato a parentesi infinite nella realizzazione di nuovi dischi dei più importanti artisti. Come minimo devono passare tre anni per vedere un nuovo lavoro di un musicista o di un gruppo di successo, altrimenti si fanno concorrenza all'interno della stessa scuderia discografica. Realizzare un nuovo disco oggi richiede anni (e io che pensavo che la tecnologia aiutasse i produttori a far prima). Nel caso di Marisa Monte ne sono passati più di cinque. Troppi. In tutto questo tempo ti dimentichi la tua arte, il tuo talento si assopisce. Ok, hai il tempo di farti venire qualche buona idea (la carenza di idee è una costante della musica leggera moderna), ma finisci per perdere il treno dell'ispirazione. Inoltre, nel caso della Monte, credo che sia iniziato il normale declino artistico. Lei è in giro da più di vent'anni, ha realizzato dei veri capolavori e abbiamo avuto modo di amarla. Per quanto mi riguarda ha il diritto di cantare i suoi vecchi successi e noi abbiamo il diritto di pretenderli da lei. Non è sempre una questione di ripetitività, non è scandaloso per un grande artista pescare e riproporre il meglio della sua arte: in realtà è modestia e realismo. Sia chiaro, io un altro disco come O que você quer saber de verdade non lo compro più. Mi ascolto Infinito particular e Verde, anil e amarelo.
Il nuovo album non è 'sto gran che. Principalmente è formato da canzoni leggerine, anche se molto orecchiabili e delicate, Marisa Monte si era sempre segnalata per la sua innata capacità di rendere prezioso il suo modo soffuso e profondo di interpretare ogni repertorio, che fosse samba o pop vicino ai gusti occidentali (si dovrebbe dire "pop d'autore"), ma anche per la ricerca sonoro intrapresa a partire dalla sua lunga collaborazione con Arnaldo Antunes e Carlinhos Brown, sfociata nel progetto Tribalistas e nei suoi notevoli dischi del 2006. Ora queste doti sembrano un po' sottotono. Le nuove canzoni mancano della capacità di incidere; gli arrangiamenti, sempre impeccabili ci mancherebbe, sono un po' troppo di maniera e mancano di un filo conduttore preciso, verrebbe da dire che mancano di personalità. Il disco è stato criticato per i testi apparentemente troppo leggeri, troppo "sentimentali", ma questa è una critica un po' inutile, la Monte ha registrato decine di splendide canzoni un po' "sempliciotte", ma è sempre riuscita a dar loro un tono e una personalità inarrivabili. Caso mai è proprio l'approccio della cantante che non riesce a far breccia. Avrebbe potuto anche interpretare Dylan o Veloso o Chico, poco sarebbe cambiato. Persino la voce della cantante carioca sembra aver perso smalto. Il suo timbro profondo, leggero, un po' nasale e seducente era sempre stato il suo marchio di fabbrica. Oggi sembra rimasta solo la leggerezza, che manca però di profondità.
L'industria discografica ci ha ormai abituato a parentesi infinite nella realizzazione di nuovi dischi dei più importanti artisti. Come minimo devono passare tre anni per vedere un nuovo lavoro di un musicista o di un gruppo di successo, altrimenti si fanno concorrenza all'interno della stessa scuderia discografica. Realizzare un nuovo disco oggi richiede anni (e io che pensavo che la tecnologia aiutasse i produttori a far prima). Nel caso di Marisa Monte ne sono passati più di cinque. Troppi. In tutto questo tempo ti dimentichi la tua arte, il tuo talento si assopisce. Ok, hai il tempo di farti venire qualche buona idea (la carenza di idee è una costante della musica leggera moderna), ma finisci per perdere il treno dell'ispirazione. Inoltre, nel caso della Monte, credo che sia iniziato il normale declino artistico. Lei è in giro da più di vent'anni, ha realizzato dei veri capolavori e abbiamo avuto modo di amarla. Per quanto mi riguarda ha il diritto di cantare i suoi vecchi successi e noi abbiamo il diritto di pretenderli da lei. Non è sempre una questione di ripetitività, non è scandaloso per un grande artista pescare e riproporre il meglio della sua arte: in realtà è modestia e realismo. Sia chiaro, io un altro disco come O que você quer saber de verdade non lo compro più. Mi ascolto Infinito particular e Verde, anil e amarelo.
O que você quer saber de verdade è un album della cantante brasiliana Marisa Monte, pubblicato nel 2011.
Il disco
O que você quer saber de verdade è stato pubblicato dopo oltre cinque anni dai precedenti lavori in studio di Marisa Monte, Infinito particular e Universo ao meu redor, entrambi del 2006.
Tracce
- O que você quer saber de verdade - 2:22
- Descalço no parque - 2:48
- Depois - 2:54
- Amar alguém - 3:04
- O que se quer - 2:47
- Nada tudo - 3:15
- Verdade, uma ilusão - 4:14
- Lencinho querido (El panuelito) - 3:20
- Ainda bem - 3:36
- Aquela velha canção - 3:21
- Era óbvio - 4:19
- Hoje eu não saio não - 2:54
- Seja feliz - 2:58
- Bem aqui - 3:36
- Marisa Monte - voce, produzione
- Dadi - chitarra, co-produzione
- 2011 - CD, Phonomotor Records EMI Records 50999 0852942 8
- 2011 - Ainda bem, Download digitale, Phonomotor Records EMI Records
Copyright
Il presente articolo è in parte tratto dalla voce di Wikipedia, L'enciclopedia libera in lingua italiana (http://it.wikipedia.org) O que você quer saber de verdade versione del 20 febbraio 2012 (http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=O_que_voc%C3%AA_quer_saber_de_verdade&oldid=47431034). Il presente testo è disponibile nel rispetto dei termini della licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0). Le immagini di questo articolo sono di proprietà dei rispettivi autori e non provengono da Wikipedia.
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