martedì 21 febbraio 2012

Marisa Monte - O que você quer saber de verdade

Un nuovo album di Marisa Monte esce a distanza di cinque anni e mezzo dai precedenti lavori della cantante di Rio. Nel marzo del 2006 la Monte pubblicò in contemporanea due bellissimi dischi, Infinito particular, dalle sonorita pop più vicine al sound dei suoi Tribalistas, e Universo ao meu redor, dedicato al samba. Poi una lunga tournée e l'immancabile documentario/concerto su DVD. Marisa nel frattempo è diventata mamma per la seconda volta e ha dedicato gran parte del suo tempo alla famiglia (com'è giusto che sia) salvo una parentesi di produzione cinematografica per il film documentario dedicato alla sua scuola di samba e alla Velha Guardia da Portela.

Il nuovo album non è 'sto gran che. Principalmente è formato da canzoni leggerine, anche se molto orecchiabili e delicate, Marisa Monte si era sempre segnalata per la sua innata capacità di rendere prezioso il suo modo soffuso e profondo di interpretare ogni repertorio, che fosse samba o pop vicino ai gusti occidentali (si dovrebbe dire "pop d'autore"), ma anche per la ricerca sonoro intrapresa a partire dalla sua lunga collaborazione con Arnaldo Antunes e Carlinhos Brown, sfociata nel progetto Tribalistas e nei suoi notevoli dischi del 2006. Ora queste doti sembrano un po' sottotono. Le nuove canzoni mancano della capacità di incidere; gli arrangiamenti, sempre impeccabili ci mancherebbe, sono un po' troppo di maniera e mancano di un filo conduttore preciso, verrebbe da dire che mancano di personalità. Il disco è stato criticato per i testi apparentemente troppo leggeri, troppo "sentimentali", ma questa è una critica un po' inutile, la Monte ha registrato decine di splendide canzoni un po' "sempliciotte", ma è sempre riuscita a dar loro un tono e una personalità inarrivabili. Caso mai è proprio l'approccio della cantante che non riesce a far breccia. Avrebbe potuto anche interpretare Dylan o Veloso o Chico, poco sarebbe cambiato. Persino la voce della cantante carioca sembra aver perso smalto. Il suo timbro profondo, leggero, un po' nasale e seducente era sempre stato il suo marchio di fabbrica. Oggi sembra rimasta solo la leggerezza, che manca però di profondità.

L'industria discografica ci ha ormai abituato a parentesi infinite nella realizzazione di nuovi dischi dei più importanti artisti. Come minimo devono passare tre anni per vedere un nuovo lavoro di un musicista o di un gruppo di successo, altrimenti si fanno concorrenza all'interno della stessa scuderia discografica. Realizzare un nuovo disco oggi richiede anni (e io che pensavo che la tecnologia aiutasse i produttori a far prima). Nel caso di Marisa Monte ne sono passati più di cinque. Troppi. In tutto questo tempo ti dimentichi la tua arte, il tuo talento si assopisce. Ok, hai il tempo di farti venire qualche buona idea (la carenza di idee è una costante della musica leggera moderna), ma finisci per perdere il treno dell'ispirazione. Inoltre, nel caso della Monte, credo che sia iniziato il normale declino artistico. Lei è in giro da più di vent'anni, ha realizzato dei veri capolavori e abbiamo avuto modo di amarla. Per quanto mi riguarda ha il diritto di cantare i suoi vecchi successi e noi abbiamo il diritto di pretenderli da lei. Non è sempre una questione di ripetitività, non è scandaloso per un grande artista pescare e riproporre il meglio della sua arte: in realtà è modestia e realismo. Sia chiaro, io un altro disco come O que você quer saber de verdade non lo compro più. Mi ascolto Infinito particular e Verde, anil e amarelo.

O que você quer saber de verdade è un album della cantante brasiliana Marisa Monte, pubblicato nel 2011.

Il disco


O que você quer saber de verdade è stato pubblicato dopo oltre cinque anni dai precedenti lavori in studio di Marisa Monte, Infinito particular e Universo ao meu redor, entrambi del 2006.

Tracce
  1. O que você quer saber de verdade - 2:22
  2. Descalço no parque - 2:48
  3. Depois - 2:54
  4. Amar alguém - 3:04
  5. O que se quer - 2:47
  6. Nada tudo - 3:15
  7. Verdade, uma ilusão - 4:14
  8. Lencinho querido (El panuelito) - 3:20
  9. Ainda bem - 3:36
  10. Aquela velha canção - 3:21
  11. Era óbvio - 4:19
  12. Hoje eu não saio não - 2:54
  13. Seja feliz - 2:58
  14. Bem aqui - 3:36
Formazione
  • Marisa Monte - voce, produzione
  • Dadi - chitarra, co-produzione
Edizioni
  • 2011 - CD, Phonomotor Records EMI Records 50999 0852942 8
Singoli
  • 2011 - Ainda bem, Download digitale, Phonomotor Records EMI Records
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lunedì 20 febbraio 2012

Il miglior disco di Bruce Springsteen? Sorpresa, è un bootleg



Nella terra promessa del rock


Quando mi chiedono qual è il mio disco preferito di Bruce Springsteen devo sempre pensarci un momento. Di solito faccio mentalmente la carrellata degli album del Boss e penso a Darkness o a The River, ma poi mi vengono in mente queste parole:
«This next song, is the saddest song we're gonna play all night.
Matter of fact, we don't usually even play this song any more because I can't get through it without crying.
You wanna know why? Well, I'll tell you why.
I wasn't always this useless empty shell of a man you see in front of you.
I was in love once...
I had a girlfriend...
We ran away from her mother and father and we came to California... and then she ran away from me.
So ever since that day I've been looking, I've been searching...
I've been on a nationwide hunt disguised as a rock and roll tour.
You see, and don't tell nobody this, alright? You see, I'm not really, I don't really play this guitar, see, what I really am is I'm a private detective.
And I've been looking, I've been searching, and so if you're here tonight....
Rosie....come back!»
Con questo breve ed evocativo monologo Springsteen introduce uno dei suoi cavalli di battaglia, la splendida Rosalita (Come Out Tonight). Il luogo è il Winterland Ballroom di San Francisco, in California, il teatro fondato da Bill Graham al posto di una pista di ghiaccio per farci suonare i migliori gruppi rock dell'epoca (i primi furono i campioni della città della baia, i Jefferson Airplane). Il giorno è il 15 dicembre del 1978, data che passerà alla storia della musica.

 Rosalita al Winterland di San Francisco il 15 dicembre 1978.

A questo punto uno potrebbe chiedere: «In quale disco di Springsteen la trovo questa versione di Rosalita?» A rigore la risposta dovrebbe essere: «In nessuno». Non c'è nessun album della corposa discografia del cantautore del New Jersey che la contiene. Bisogna cercare altrove. Bisogna cercare nella immensa raccolta di dischi pirata che da decenni è croce e delizia dei suoi fan più puri e duri.

Bruce Springsteen aveva pubblicato il suo celebre quarto album nel giugno del 1978. Darkness on the Edge of Town fu il disco della conferma, il più sofferto e ispirato tra quelli che aveva realizzato, da molti considerato il suo capolavoro. La E Street Band aveva trovato la sua formazione definitiva e ideale con l'arrivo di "Miami" Steve Van Zandt che il Boss aveva voluto alla co-produzione dell'album. Dal maggio del 1978 fino al gennaio dell'anno successivo la band intraprese un lunghissimo tour in giro per gli Stati Uniti. Fu grazie a questo tour che Springsteen iniziò a diventare un vera leggenda del rock. I concerti erano potenti, lunghissimi e travolgenti. La band era veramente in stato di grazia, il repertorio era vastissimo, impreziosito dalle ballate dell'ultimo album e da momenti di puro divertimento rockettaro, ma soprattutto dalla lunga lista di inediti che Springsteen aveva messo in scaletta. Canzoni scartate per vari motivi da Darkness e che trovarono la loro giusta collocazione nei concerti. Springsteen e la sua band avevano provato e inciso cinquanta e più canzoni durante le lunghe session di Darkness a partire dalla primavera del 1977. Celebri canzoni come Because the Night, Fire, Rendezvous, The Promise furono registrate, ma furono poi escluse dal disco insieme ad altre che furono poi incluse nel successivo The River del 1980. Tutte furono interpretate nei concerti del 1978 insieme a molti classici del rock'n'roll, a trascinanti twist e a cover di pezzi che Springsteen ascoltava da giovane.

Bruce Springteen ha tanti pregi, ma un suo difetto è forse il modo in cui sceglie la scaletta dei suoi album! Nel caso di Darkness il Boss lasciò da parte alcune canzoni che poi divennero leggendarie tra i suoi fan, forse proprio perché era possibile ascolarle solo dal vivo, nei bootleg, o nell'interpretazione di altri artisti (si pensi alla bellissima Because the Night nella versione della poetessa del rock, Patti Smith). Solo con il suo primo album live, il quintuplo uscito nel 1986 alcune di queste canzoni furono pubblicate in veste ufficiale. Per The Promise fu necessario aspettare ancora molti anni. Di fatto fino al 2010, quando Springsteen pubblicò l'album omonimo che conteneva gli outtakes e le gemme dimenticate delle sessioni di Darkness (anche se la canzone era stata reincisa nel 1999 per la raccolta di inediti 18 Traks in versione acustica).

Il 15 e il 16 dicembre del 1978 la band suonò al Winterland di San Francisco. Il primo concerto fu registrato in modo professionale per essere trasmesso da una radio FM locale, la KSAN di San Mateo. Dopo pochi mesi le registrazioni erano già in circolazione dando vita ad un fenomeno non nuovo, ma che iniziava in quel periodo a diventare importante. Le registrazioni pirata fino ad allora circolavano solo tra gli intenditori, tra gli appassionati più incalliti. Dopo il Winterland i bootleg iniziarono a diffondersi in modo più ampio anche tra gli ascoltatori meno fanatici.
Il concerto del Winterland del 15 dicembre comparve presto in un triplo LP che ebbe una tiratura non tracurabile. Ne esitono varie versioni, su vinile e poi su CD. Una delle più importanti e conosciute è un bootleg francese di 3 LP che in copertina riporta il titolo Bruce Springsteen & The "E" Streeters - Winterland 1978 (con l'evidente storpiatura del nome della band) e sul retro recita Live in the Promised Land dal titolo di una delle canzoni di Darkness.

Ecco, quando penso al miglior disco di Springsteen penso a Live in the Promised Land. Non succede solo a me. Lo dicevano anche i giornalisti (fanatici del Boss) che nei primi anni '80 scrivevano sulla rivista Il Mucchio Serlvaggio.

La prima volta che ebbi modo di ascoltare il concerto del Winterland fu tramite una C-60 acquistata in un negozio di dischi che all'epoca, forse il 1981, non si faceva problemi a vendere bootleg, su vinile o su nastro. Quella versione era incompleta, conteneva solo una parte del bootleg, ma divenne presto il mio disco (anche se era una cassetta) preferito. La lunga Detroit Medley divenne uno dei miei pezzi preferiti di Springsteen, insieme a Raise Your Hand di Steve Cropper e alla già citata Rosalita (che, come nel bootleg, era divisa a metà tra un lato e l'altro del nastro). «Rosie... Come back!» divenne il mio urlo di battaglia.

Quando nel 1986 fu pubblicato il quintuplo dal vivo di Springsteen con la E Street Band non potei nascondere un po' di delusione (come peraltro accadde a molti appassionati del Boss). Il disco mancava totalmente della poesia di Live in the Promised Land. Mancava l'energia, mancavano i monologhi, le dediche, le introduzioni alle canzoni, momenti che rendevano speciali i concerti, mancava la rabbiosa introduzione chitarristica di Prove It All Night, mancava The Promise (canzone che fu suonata qualche volta durante il tour del 1978, ma non al Winterland, e poi dimenticata).

Fu anche per la delusione provata dall'ascolto di Live 1975/85 che mi misi a ricercare bootleg di Springsteen e in particolare la versione completa di Live in the Promised Land. Nel 1991 allegato alla rivista musicale italiana UNO fu distribuito un CD intitolato Live at Winterland con una parte della registrazione del concerto del 15 dicembre 1978. Mancavano però Rosalita e Prove It All Night, ma soprattutto la qualità della registrazione era pessima. Col tempo sono riuscito a procurarmi qualche altro spezzone del concerto, ma fu solo con l'avvento di internet che mi fu possibile mettere le mani su una versione completa di Live in the Promised Land.

Live in the Promised Land non può mancare in una discografia del Boss che si rispetti. Oltre alla introvabile versione su vinile, il bootleg è stato reso disponibile in varie versioni su CD con vari e diversi titoli, spesso completate da registrazioni di altri concerti. Ne esiste addirittura una che vanta di essere la versione "rimasterizzata" per il venticinquennale del concerto, realizzata, immagino, da un fan incallito e un po' pazzoide che ha perso del tempo per ripulire digitalmente le registrazioni originali, magari utilizzando un qualche applicativo software non professionale, ma ottenendo comunque un risultato più che apprezzabile (chissà perché in questa versione manca tutta l'intruduzione parlata di Rosalita).

Quando Bruce e il suo entourage decideranno di pubblicare una versione "ufficiale" del concerto del Winterland, rimasterizzata professionalmente, sarà sempre troppo tardi. Intanto accontentiamoci della versione "pirata", uno dei bootleg più famosi della storia, testimonianza di uno dei tour più famosi della storia. Sul Tubo si trova tutto...

N.B. Sul Tubo è possile anche trovare i filmati in bianco e nero, di pessima qualità, ma di grande fascino, del concerto tenuto il 19 settembre 1978 a Passaic, nel New Jersey. Per certi aspetti quel concerto (a cui seguirono altre due date sempre al Capitol Theater della cittadina al di là dell'Hudson) è anche meglio di quello del Winterland. Anche in questo le registrazioni, di altissima qualità sonora, sono disponibili in un bootleg intitolato Passaic Night.


Prove It All Night con la celebre introduzione di chitarra a Passaic il 19 settembre 1978.

N.B. 2 In generale esistono diversi bootleg di Springsteen che varrebbe la pena di possedere anche prima di alcuni dei dischi ufficiali pubblicati dalla Columbia. Oltre a Live in the Promised Land e Passaic Night ce ne sono altri del tour del 1978 come Oh, Boy e The Firecracker Show (registrato a capodanno). Imperdibili sono però anche alcuni bootleg della successiva tournée del biennio 1980-81, quando l'introduzione dei brani di The River contribuì a rendere la scaletta dei concerti ancora più esplosiva. Di particolare rilevanzale registrazioni dei concerti del tour europeo del 1981 impreziositi da un pubblico ancor più esaltato di quello americano.

La scaletta
La versione su triplo vinile di Live in the Promised Land contiene le seguenti canzoni.
  1. Badlands
  2. Streets of Fire
  3. Spirit in the Night
  4. Darkness on the Edge of Town
  5. Factory
  6. The Promised Land
  7. Prove It All Night
  8. Racing in the Street
  9. Thunder Road
  10. Jungleland
  11. The Ties That Bind
  12. Santa Claus Is Coming to Town
  13. The Fever
  14. Fire
  15. Candy's Room
  16. Because the Night
  17. Point Blank
  18. Mona - She's the One
  19. Backstreets
  20. Rosalita
  21. Born to Run
  22. Detroit Medley
In alcune versioni del bootleg prima di Badlands è citata una traccia introduttiva (con la presentazione del concerto da parte di Bill Graham). Nella versione su vinile Rosalita è divisa in due parti (corrispondenti alla fine e all'inizio delle due facciate del terzo LP). Sempre nela versione in vinile è presente una intervista radiofonica a Springsteen, realizzata nei giorni precedenti alla sue permanenza a San Francisco da parte della KSAN.
Badlands, Streets of Fire, Darkness on the Edge of Town, Factory, The Promised Land, Prove It All Night, Racing in the Street e Candy's Room provengono dall'album Darkness. Spirit in the Night (che non sempre veniva suonata durante il tour) proviene dal primo album del Boss. Thunder Road, Jungleland, She's the One, Backstreets e Born to Run provengono da Born to Run del 1975.
Fire, Because the Night, Point Blank e The Ties That Bind sono canzoni "scartate" da Darkness. Le ultime due furono poi recuperate per il successivo album The River. Fire fu esclusa dall'album del 1978 perché era stata incisa in versione quasi punk lo stesso anno da un certo Robert Gordon e in una versione quasi disco-music dal trio vocale delle Pointer Sisters in un singolo che arrivò alla seconda posizione di Billborad. Il Boss preferì quindi escluderla da Darkness in favore di canzoni inedite, ma continuò per anni a suonarla dal vivo nella sua splendida versione (impreziosita da famoso giro di basso di Garry W. Tallent). Stessa sorte subì Because the Night che fu esclusa in favore della quasi omonima Prove It All Night, ma che fu portata al successo da Patti Smith in quella che è la versione più famosa del brano. Anche The Fever era una canzone che Springsteen aveva "regalato" ad un altro artista, in questo caso il suo amico e concittadino Southside Johnny che l'aveva incisa nel 1976 con gli Asbury Jukes' in un disco prodotto dal Steve Van Zandt. La canzone fu poi incisa dalle Pointer Sister e la versione in studio del Boss comparve solo nel 1999 nella raccolta di outtakes 18 Tracks.
She's the One è preceduta da un pezzo della canzone Mona di Bo Diddley. La cosidetta Detroit Medley è composta da un gruppetto di classici degli anni '60 provenienti, appunto, dal repertorio di un gruppo di musicisti dell'area della città del Michigan, Mitch Ryder & the Detroit Wheels: Devil With a Blue Dress On, Good Golly Miss Molly, C.C. Rider e Jenny Take a Ride!. Nel tour di The River, due anni dopo, Springsteen la ampliò ulteriormente.
La versione di Rosalita suonata al Winterland è riconoscibile non solo dal celebre monologo che la introduceva, ma anche da una particolarità nel testo. Nel verso che recita «I know a pretty little place in Southern California down San Diego way» Springsteen sostituì il riferimento alla città di San Diego con «San Francisco» in un omaggio alla platea della città della Baia che parve apprezzare con calore. A metà del pezzo, inoltre, in tutti i concerti Springsteen introduceva e presentava la band e si lanciava in un divertente "duello" con il compianto Clarence "The Big Man" Clemons. La versione del Winterland è una delle più celebri.
«On the piano... professor Roy Bittan!
On the guitar... "Miami" Steve Van Zandt!
On the bass... Mr. Garry W. Tallent!
On the drums... "The Mighty" Max Weinberg
On the organ... Mr. Danny Federici!
And last but not least,... the King of the World,... the Master of the Universe..., is it a bird,... is it a plane,... he's the Big Man,... on the saxophone... Mr. Clarence Clemons»
Discografia
  • Live in the Promised Land, 3 LP, Piste Disques, Francia, ~1979-80. Triplo bootleg con una tiratura di 450 copie. Probabile riedizione di un analogo disco americano di cui si è persa traccia.
  • Live in the Promised Land, 3 CD, Great Dane Records – GDR CD 8906, Italia, anni '90. Box set con un libretto di 20 pagine. Contiene la registrazione completa del concerto con 3 canzoni non presenti nella versione su vinile e non contiene Spirit in the Night:
  1. Tenth Avenue Freeze-Out
  2. Raise Your Hand
  3. Quarter to Three
  • Winterland Night, 3 CD, Crystal Cat Records 471-73, Europa (EEC). Triplo CD che contiene l'intero concerto e un gruppetto di canzoni registrate in altre date del Darkness on the Edge Tour:
  1. Growin' Up
  2. The Promise
  3. I Fought the Law
registrate a Seattle il 25 giugno e
  1. Heartbreak Hotel
  2. Lost in the Flood
  3. Adam Raised a Cain
  4. Chimes of Freedom
registrate a Detroit il 1° settembre.
  • Prodigal Son at Winterland, the 25th Anniversary Remaster, Prodigal Son PS 001, USA, anni 2000. Versione "rimasterizzata" dell'intero concerto, ma purtroppo senza alcune parti parlate (tra cui quella di Rosalita)

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